giovedì 26 luglio 2012

Delta del Po


Il Delta del Po in kayak (I)

Il Delta del Po è una delle poche zone costiere italiane relativamente immuni dalle colate di cemento e dall’antropizzazione.
In realtà il Delta è stato, nei secoli, trasformato dall’intervento dell’uomo con la deviazione del Fiumi, le bonifiche, la coltivazione estensiva; ma pare esistere un’oscillazione tra le conquiste dell’uomo e il riequilibrarsi della natura che si riprende ciò che è stato modificato.
Il “villaggio fantasma” all'Isola della  Batteria è un esempio molto forte di questa oscillazione: l’area era stata bonificata, prosciugata e coltivata, poi è stata riconquistata dall’acqua e quasi abbandonata dall’uomo. Un aratro semisommerso e coperto di conchiglie fa da testimone.

  Laguna di Batteria, un aratro ... e un kayak


Pur non potendo definirsi una zona "selvaggia", le difficoltà di spostamento nelle zone di laguna rendono il Delta del Po un contesto ambientale affascinante, ricco, ma anche ostile. Mentre le grandi spiagge sono facilmente raggiungibili e quindi frequentate d’estate dalle barche turistiche, le zone interne sono caratterizzate da acque molto basse, e sono generalmente impercorribili fuori dai canali dragati anche per imbarcazioni con poco pescaggio; in certe condizioni di bassa marea alcune zone sono temporaneamente impraticabili anche con il kayak.


Il fascino del Delta è nell’ambiguità continua tra fiume, laguna, mare, acqua dolce e acqua salata; l’orizzonte è spesso nascosto dal canneto o dall’argine, e sfociare a mare dai rami del fiume è un’esperienza quasi onirica. Sentiamo, e non solo vediamo, il fiume trasformarsi in laguna e poi in spiaggia: il luogo si riconosce, ma è sempre un po’ diverso, spostato.

I periodi ideali per frequentare il Delta in kayak sono la primavera e l’inizio dell’autunno. In estate, oltre che un discreto affollamento di gitanti sulle spiagge c’è un notevole affollamento di zanzare…
In inverno il problema può essere la nebbia (che a noi è capitato di trovare anche a maggio); un GPS utilizzato intelligentemente può fare molto comodo.

In kayak alla Sacca di Goro in un bel mattino di maggio...


L’alto Adriatico è l’unica parte del Mediterraneo in cui le maree sono sensibili: nel Delta del Po la portata del fiume, le condizioni del mare e le maree sono tre variabili molto importanti e interconnesse..
Risalire un ramo del Po con la marea calante è molto faticoso, e se nello stesso momento la portata del fiume è alta può essere veramente problematico.
Alcune lagune interne (il Basson ad esempio) si svuotano a marea calante con coefficienti alti ed entrare dai canali diventa difficile; inoltre una volta dentro la laguna la possibilità di restare seriamente incagliati nel fango è alta.
Attenzione dunque alle maree; ad esempio si vedono qui http://www.portobarricata.it/maree.html
Alla foce dei vari rami del Po con mare mosso e buone portate del fiume si creano onde alte e correnti complicate.


  Due kayak davanti a Scano Boa

Il Faro di Maistra dalla Batteria

Boccasette

Un piccolo glossario...
Barena: banco di limo o sabbia sommerso periodicamente dalla marea.
Bonello: isolotto di sabbia che si forma in laguna per la sedimentazione delle acque fluviali e l'azione delle maree.
Incile: biforcazione di un braccio del fiume dal corso principale. 
Mortizza: braccio di fiume a corrente ferma.
Paradeo: stretto canale tra le canne.
Scano: lingua di sabbia in mare, spesso di forma ed estensione variabile
Valle: laguna adibita alla pesca o alla caccia, generalmente privata e non visitabile
Velme: banchi di limo che emergono quando il fiume è in magra.

Sul prossimo post una proposta d'itinerario, uno tra i mille e più possibili...



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